Odi al Castello Giusso, 2005 Prima parte della raccolta
Odi al Castello Giusso
di Cinzia Tomassini
Ad un luogo meraviglioso
ad un amore stupendo
fra un editore e la sua poetessa…
(Cinzia Tomassini)
Odi al Castello Giusso Prima parte
Sono dimore
Sono dimore
che si rinnovano
e aprono le finestre
a me che giungo
porto mazzi di parole
poche foglie son rimaste
le conto
Vico Equense
Già ma tu
così antico
Vico Equense
dall’aurora
sorgi…
sorgi ancora
Scendiamo
fino a riva
quando tutti sono andati via
noi persi in noi stessi
nelle nostre idee stravaganti
Scendiamo
sulla spiaggia
a cantare silenzi
a parlare con i grani
di un mare
colorato dagli angeli
E scendiamo
sulla piccola spiaggetta
dove si odono
le conchiglie sussurrare
quando i gabbiani
abbracciano un altro tramonto
Silenzi
Ho ritrovato silenzi
che mi sono compagni
sulla piazzetta
nascosta dagli alberi
vado piano incontro
a quelle idee
che sembrano sbucare
come fiorellini
dopo l’inverno
Questo desiderio immenso
di pace che riposa dentro
mi avvolge lentamente
e quasi non mi accorgo
di aver ritrovato me stessa
quando tutto qui
mi attendeva
E su quel promontorio
le schiere
di profumi e immagini
stillanti all’anima
si offrono
Dalle sponde fresche
oltrepasso le rugiade
e brezze sorrentine
respiro piano piano
Ho lasciato ogni preoccupazione
e le scanso quasi
perché non mi tormentino
già non mi perdo d’animo
Odi al Castello Giusso Prima Parte
Fiori e farfalle
I fiori non li colgo
no
non li colgo mai
sono belli così vestiti
sono tanto belli
Farfalle perse nel vento
qui a sud
il cielo è diverso
e più a sud vai
e più il cielo è diverso
le farfalle lo sanno sempre
Vanno le farfalle
e offrono voli e versi
ai cieli e agli occhi
di chi è come il cielo
Tornano le farfalle
e si posano sulle ore
che viaggiano eterne
Indugiano le farfalle
vicino le mie mani
non le tocco
le accarezzo con il pensiero
e poi anch’io volo
E mentre gli uccelli
intonano il canto
al giorno nascente
profumi nuovi
annunciano ritmi
e tempi sempre uguali
eppur nulla si addice
ai giochi frenetici
che più in là si ritrovano
Tutto è un dono
Qui tutto si dona
in emozioni festose
in un tempo che poi si spegne
per rinascere ancora
I sogni si addicono
a questi luoghi
che si schiudono
come fiori a primavera
L’avete visto quel semplice uomo
sì quell’umile Luigino
che scrisse e musicò
Dall’Aurora Tu sorgi più bella
“Bella tu sei qual sole,
bianca più della luna,
e le stelle, le più belle,
non son belle al par di te”
L’avete visto ditemi
A me sembra di vederlo
dodicenne
piccolo forse
ma con un cuore grande
umile forse
ma geniale
sì tanto geniale
Con quegli occhi come il mare
con quella fronte ampia come il cielo
con le parole amiche del vento
e del silenzio ogni preghiera
(a Don Luigi Guida)
Odi al Castello Giusso Prima Parte
Quando
E quando anche i petali
vanno a riposare
i gabbiani chiudono
il volo
sulle rocce
il giorno rincorre
il tramonto nascente
oltre il vento
le parole sono
l’eco di una
voce ormai lontana
Vai pensiero
Vai pensiero
vai oltre l’arco
e prega
profumi d’agrumi
per la penisola
si spandono
così ricchi
come le grazie
che si attendono
Vai pensiero
leggero come un marinaio
con promesse nel cuore
e mani di mare
Vai e non volgere lo sguardo
perché la Cappella Rossa sa
Su quella collina
a Montechiaro
dove le pietre
conoscono anche i vespri
le coste ritornano
come impronte
sulle storie che vanno lente
Crepuscoli
Rossi crepuscoli
scendono sui prati
e l’erba canta
quando i boschi sonnecchiano
Lì la torre
resta ferma e muta
senza tempo
e ancora si odono
i telai di legno
le donne e le tele
parole ormai senza rumore
Come una fata
dalle acque limpide
la poesia ti cerca
ammira silenziosa
il tuo non dire
inventa immagini
colorate di suoni
e profumi
fin quando
dal muto innamorato
richiamo
sorgi tu
che dalla passione
di un vulcano
ricevesti tutto il dolore di Orfeo
per arpeggiarlo
in canto
affinché l’amore
possa trovarvi ancora insieme
ad intonar la vita
Qui c’erano le rose
e sembra di sentire quel profumo
come di campagne d’estate
vestite di petali
quando gli alberi
giocano con le api
Lontani dalle città
e dai rumori
arrivano le brezze di quei sogni
abbandonati negli armadi
e giungono lenti
altri frullano fra le foglie
in ronzii improprî
Ma certo che lo so
qui c’erano le rose
e sento ancora il profumo
di bianchi mattini
Odi al Castello Giusso Prima Parte
Ciao Ernesto
Tornato dall’America
qui a Surriento
e nella notte
la sua voce sempre canta
Ciao Ernesto
parole come sentinelle
ascolto su quel balcone
a salutare
un soldato innamorato
senza armi né guerre
sognando la pace
E suona la chitarra
ma tu Lucia
non piangere
e non ti scordar di me
perché ti voglio bene
(a Ernesto De Curtis)
Molto bella saluti
Fulvia
Odi meravigliose. Un bel sito questo
Complimenti
Odi bellissime e il sito mi piace
Emily lo curi tu il sito?