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Non è una notte qualsiasi

Riflessioni su San Giovanni della Croce, 2000



Quella di San Giovanni della Croce, non è una notte qualsiasi ma è 
una notte oscura.
Una noche cerrada, potremmo dire, una noche en la que hay oscuridad 
total. Una noche en la que no hay luz natural de la luna o de las 
estrellas. Una notte senza la quale non si può provare la fede, né 
riconoscerla, né sperimentarla.
Senza la notte oscura non si può avere l’incontro con la Luce.
Una notte che è contemplazione e purificazione, non è una notte 
qualsiasi.


La grazia della notte


Entrare nella notte è una grazia, un grande dono. Senza la notte 
l’uomo non può incontrare Dio e nemmeno se stesso. La notte è un 
regalo di Dio che ben la conosce: “Notte di veglia fu questa per il 
Signore per farli uscire dal paese d’Egitto. Questa sarà una notte di 
veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione 
in generazione” (Esodo, 12, 42).
Il Targum palestinese parla delle quattro notti, considerate come le 
tappe importanti della nascita del popolo di Dio.
Abbiamo la notte della creazione, la notte in cui Abramo riceve la promessa di Isacco, 
la notte dell’uscita dall’Egitto e la notte del compimento della 
salvezza. Infatti, ricorda il Targum, la Pasqua si celebra nella 
speranza, nella notte in cui arriverà il Messia.
L’anima può uscire (en una noche oscura) per l’amore dello sposo, di 
quello Sposo che già conosce la notte oscura, perché ha già vegliato, 
prima ancora, prima di tutti. È Lui colui che veglia per eccellenza. 
È Lui il primo ad uscire e per questo, attraverso la veglia fa 
uscire. E poiché Lui è presente, Lui la ama, è lì e niente possono il 
mondo, il demonio e la carne, quei nemici che impediscono l’incontro 
con l’Amato, quei nemici che non permettono di camminare.


Verso la contemplazione

Dallo stato di principianti, a quello dei proficienti, dei 
contemplativi fino a quello dei perfetti che implica l’unione con 
Dio, come afferma lo stesso San Giovanni della Croce.
La Notte Oscura è un bene e con sé porta moltissimi altri beni. 
Entrare nella notte è immergersi nella grazia. La grazia della Notte. 
C’è una scuola della notte, in cui è possibile formarsi. Dio permette 
all’anima di entrare nella notte perché possa sperimentare il dolore, 
l’amarezza del peccato. E qui si parla di peccati concreti, spesso 
celati dalla superbia. La superbia ha creato un vortice così velato 
che ormai si è entrati in una nube che stordisce anche attraverso le 
parole stesse. Una falsa edificazione.
È quanto afferma il Talmud riguardo il lievito. Infatti, è 
importante nella notte del quattordici di Nissan non lasciare alcuna 
traccia di lievito in alcuna parte della stanza e, bisogna cercare 
bene in ogni angolo e in ogni fessura. Una riflessione importante per 
diversi motivi. Innanzitutto per gli ebrei la Veglia è una vera e 
propria esperienza e non una commemorazione, un lontano ricordo. Si 
veglia per camminare, per incontrare Dio.


La presenza di Dio

Dio si fa presente oggi, come accadde allora e l’esperienza si fa 
evento. In ogni festa, in ogni Moadim, l’uomo incontra Dio. Vivere 
tutto questo significa partecipare alla salvezza dell’umanità. 
Interessante notare che gli ebrei quando si alzano la mattina dicono: 
“Preparati Israele, all’incontro con il tuo Dio”.
Al risveglio mi sazio del Suo volto.
Ma ora noi siamo nella notte, in una notte oscura e la casa è già 
addormentata. Il lievito della superbia non permette di incontrare 
Dio. Gli ebrei dicono fu solo per poco che il popolo di Israele non 
morì definitivamente in Egitto, a causa di quel chametz, ossia di 
quel lievito che rende duro il cuore, lo insuperbisce. Attraverso la 
matzah, ossia il pane azzimo, l’uomo si incammina verso l’umiltà, si 
mette in cammino verso il bene. E in noi c’è lo spirito di colui che 
ci ha creati, che anela la pienezza, uno spirito che come sta scritto 
nel libro dei Proverbi è fiaccola del Signore (20,27). Quello spirito 
che Dio ha regalato all’uomo soffiandolo nelle narici, donandogli la 
vita. Così l’uomo si anima, non è più solo, ma fa esperienza 
della ruah. In quello spirito c’è il bene, c’è la vita, c’è il 
desiderio di bene.


La ricerca

L’uomo cercherà sempre dentro di lui quel seme di 
conoscenza che gli è stato donato dal principio. In quello spirito di 
amore sta lo stupore dell’uomo, la conoscenza di Dio, l’anelito al 
bene. Uno Spirito che opera su colui che riposa nella volontà del 
Padre. E lo Spirito scruta ogni cosa. Infatti è lo stesso San Paolo a 
dire che i segreti dell’uomo li conosce solo lo spirito che è in lui. 
E lo stesso vale per i segreti di Dio, conosciuti dallo Spirito di 
Dio. Poiché noi abbiamo ricevuto quello spirito, ora abbiamo il 
pensiero di Cristo. Allora perché siamo nella discordia, 
nell’invidia, nell’odio? Perché dimentichiamo chi siamo?


Qualcosa grida dentro di noi


Siamo distratti dal mondo mentre qualcosa grida dentro di noi.
E l’anima per un poco non è morta, proprio come il popolo di Israele. 
Nella notte del dolore, la notte reca con sé la speranza.
Come riesce l’anima ad uscire? Grazie a colui che ha vegliato con 
amore, come un Padre. Ma è necessaria la notte oscura, la notte che 
fa bene. Perché la luce della superbia non giova a nessuno. Dio mi ha 
creato. Quel suo spirito, quel soffio che mi dà la vita mi trae dal 
fango e mi parla quando la casa è addormentata. Quello spirito che 
come un angelo mi protegge, interpreta le notti nella notte e mi 
permette di ascoltare. Così sottrae l’anima dalla morte (eppure ci 
mancava poco che morisse), per un puntino piccolo, immenso come 
l’amore.

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5 Comments

  1. Jacopo Maria Gagliardini says:

    Emily, piacere sono Jacopo Maria e mi ha consigliato il sito Benedetta che parla sempre di te
    Allora, sono dei tuoi lettori anche io e devo dire che Benedetta non ha esagerato, perché sono stupefatto
    Un ultima cosa, anche a me piace San Giovanni della Croce. Parli spagnolo?
    Un piacere e a presto
    Jacopo Maria Gagliardini

    1. Jacopo Maria, benvenuto e ringrazia Benedetta da parte mia.
      E grazie anche a te, naturalmente.
      Sì, parlo spagnolo.
      A presto, dunque
      Un saluto
      Emily

  2. giulio says:

    Molto interessante. Una lettura che vale la pena. Grazie e saluti carissimi
    Giulio

  3. Bardola says:

    Capitata per caso. Sono rimasta a leggere e devo dire che sei molto brava. Ti faccio tanti complimenti.
    Ciao
    Bardola

    1. Benvenuta Bardola e grazie di cuore
      Auguri di ogni bene
      Emily

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