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Il drago Yago. Racconto breve, 2019

Il drago Yago. Racconto breve, 2019

In un villaggio mezzo abbandonato, vivevano due fanciulle, figlie di Gustavo e Cloda. Erano gemelle. Due gemelle simili non s’erano mai viste. Due gocce d’acqua nell’aspetto, due opposti nel carattere. Tanto simpatica era Laila, quanto antipatica era Gioà; tanto gentile era Laila, quanto sgarbata era Gioà; tanto generosa era Laila, quanto avara era Gioà.

Un giorno Gustavo dovette partire per affari. Chiese alla moglie quale regalo potesse riportarle dal quel viaggio.

Lei rispose: Torna sano, amore mio. Questo è l’unico regalo che desidero.

La stessa domanda pose a Laila, la quale rispose:

Padre, non ho bisogno di nulla. Lo sai, ho già tutto. E lo abbracciò.

Infine, chiese anche a Gioà che così rispose: Sì, io voglio il fiore rosso dell’oblio. Non uno qualsiasi, ma quello che sta alle pendici del Vulcano. E che sia il più bello.

Va bene, figliola. Vedo cosa posso fare e salutò Gioà, la quale era così presa dal suo nuovo vestito che a malapena salutò il padre.

Gustavo partì per un lungo viaggio che lo tenne lontano dalla famiglia per alcuni mesi. Era un ottimo commerciante di stoffe e bravissimo negli affari, tanto che negli anni, aveva accumulato una certa fortuna.

Durante il viaggio comprò una bellissima seta per la moglie. Anche se non aveva chiesto niente, sapeva che quel regalo sarebbe stato gradito.
A Laila invece stava riportando un gattino bianco che aveva raccolto al margine di una strada: stava lì bagnato ed impaurito. Lo raccolse e lo mise nella bisaccia.
Il problema era trovare il fiore dell’oblio, quello più rosso, più bello e alle pendici del Vulcano.

Si mise alla ricerca, s’informò, fino a quando un viandante gli insegnò il cammino. Gli consigliò anche di stare molto attento perché quello era il regno del drago Yago.

Un vero problema perché Yago era temuto da tutti i cavalieri e da tutti gli eroi del mondo.
La storia di Yago la conoscevano grandi e piccini.
Ma nessuno l’aveva mai incontrato.
E chi voleva incontrare un drago simile?
Per carità, nemmeno a parlarne.

Era certo un bell’affare. Però, l’uomo raccolse tutto il coraggio che aveva e si diresse verso il vulcano. Quando giunse alle pendici, si trovò davanti ad uno spettacolo meraviglioso.
I fiori, e quanti fiori! Un immenso prato di fiori rossi, splendenti come mai aveva visto.
Ce n’era uno che spiccava più degli altri.

Pensò: coglierò questo.

E nemmeno aveva terminato di pensare, che lo colse. E nemmeno aveva terminato di coglierlo che un immenso boato riecheggiò per ogni dove.

Si aprì la bocca del vulcano ed uscì un enorme drago. Era grande e anche meraviglioso.
Imponente, maestoso. Stava lì fermo.

Non te ne puoi andare.

Questa fu la frase che uscì dalla bocca di Yago.
Ogni volta che parlava tutto rimbombava.

Perdonami se ho colto questo fiore. È per mia figlia.

Il drago era perplesso. In mille anni mai nessuno s’era avvicinato alle pendici per cogliere i fiori dell’oblio. Chi era quel tipo con tanto coraggio?

Volevi sfidarmi? Chiese il drago.

No, amico. L’ho colto per farne un dono.

Lo aveva chiamato amico. E da quando i draghi erano amici degli esseri umani?

Gli piaceva quel tipo. Per di più non aveva mai avuto la possibilità di parlare con nessuno.
Quindi propose:

Facciamo un patto. Puoi prendere il mio fiore dell’oblio, ma devi portarmi con te.

Questa sì che era bella. Portarsi dietro un drago.
Il povero gatto s’era nascosto nel fondo della bisaccia. Aveva il terrore su tutto il pelo, dalle punte dell’orecchie fino alla punta della coda.

Gustavo avvertiva il povero felino tremare.
Purtroppo, che altro poteva fare se non accettare? Perciò riprese il cammino con quella insolita compagnia.

E fu insolito anche il viaggio perché Yago lo fece salire su una zampa e spiccò il volo.

Gustavo era tra due vortici: un insieme di paure, un insieme di curiosità.

Naturalmente il ritorno fu velocissimo. Quando il drago arrivò sopra il villaggio, un grande terrore si sparse tra gli abitanti. Chi fuggiva da una parte, chi dall’altra; chi si nascondeva nelle cascine, chi in casa con finestre e porte ben sbarrate.

Solo una ragazza non fuggì perché si accorse che il drago teneva una persona nella zampa.
Certo, era il suo papà.

Padre, padre. Chiamava Laila.

Allora il drago scese, lasciò libero Gustavo che abbracciò la figliola.

Yago pensò che quella ragazza dovesse essere molto coraggiosa.
Perciò intese il gesto del padre: regalarle il più bel fiore dell’oblio.

È per te il mio fiore?

Chiese il drago con quella voce simile ad un tuono poderoso.

No, drago. È per mia sorella.

Voglio vedere tua sorella.

Figuriamoci: Gioà aveva una tale paura che si era chiusa nell’armadio.

Comunque, il drago voleva vederla e tornò a ripetere il comando.

Il problema era che nel ripetere un comando, insieme alle parole gli uscivano pure le fiamme. Segno che iniziava a spazientirsi.
Infatti, così fu e la cupola di un edificio cadde.
Il terrore era ovunque, ormai.

Gioà uscì dall’armadio, uscì da casa e si presentò davanti al drago.

Yago rimase perplesso nel vedere la fanciulla.
Come era possibile? Due ragazze uguali!
Tuttavia, quando la udì parlare, o meglio gridare, comprese che non erano così uguali.

Perché hai chiesto il mio fiore dell’oblio e il piú bello?

Perché lo voglio…
I fiori sono di tutti…
È un fiore speciale…
Che ci fa questo drago qui?

Gioà non riusciva a controllarsi ed era vicina ad una crisi di nervi.

Ho proposto a tuo padre che avresti avuto il mio fiore ed abbiamo stipulato un patto: starò con lui per un certo tempo.

Gioà era super terrorizzata perché era più che risaputo: i draghi mangiavano le fanciulle.
Forse suo padre aveva perso il senno?

Invece Laila disse: Sei il benvenuto.
Hai bisogno di qualcosa? Di cosa ti nutri?

Ho solo bisogno di non annoiarmi. Mi nutro di raggi e mele rosse.

Gioà pensò: Perché proprio a me questa famiglia? Nemmeno voleva sentire la risposta del drago!

Gustavo si ricordò del gatto che aveva nella bisaccia, lo tirò fuori e lo diede a Laila che fu felicissima di accoglierlo. Poi si ricordò anche del regalo per la sua Cloda.

Il drago Yago rimase nel villaggio senza il favore del resto degli abitanti che non si fidavano affatto di lui.
Laila gli procurava le mele rosse e inventava storie magiche e favolose.
Yago non si annoiava più ed era contentissimo.
Rimase con la sua amica per molto, moltissimo tempo e la storia della loro amicizia fece il giro di tutti i tempi.
Impose a Gioà di piantare i fiori dell’oblio intorno alla casa e di prendersene cura per sempre.
Visto che tanto le piacevano…

Alla prossima e abbi cura di te

Emily

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3 Comments

  1. Antonia says:

    Mia nipote ha voluto ascoltarla due volte

    1. Ne sono davvero contenta
      Un bacio a tua nipote
      abbi cura di te
      Emily

  2. Un sito che raccomando

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