Il borgo dei gatti calanti
Racconto, 2011
Il re e l’ailurofobia
C’era una volta, non tanto tempo fa, un piccolo borgo dove abitavano molti cacciatori.
Già potete immaginare quanti cani da caccia vivessero lì: bracchi, spinoni, segugi…
Ogni uomo, appena ottenuta la licenza di caccia, possedeva un cane e, qualche volta, anche due.
Al trono andò un re che soffriva di ailurofobia: la paura dei gatti.
Sin da piccolo, era stato allevato dai suoi genitori, nella convinzione che i gatti neri fossero delle streghe cattive.
Quindi, guai allevare un gatto. Ma guai e, guai ancora più grandi, se quel gatto era nero!
In poco tempo, furono messi al bando.
La micia nera della regina
Il re però non sapeva che la regina, sua sposa, non solo non condivideva quelle paure, ma aveva una micia nera che doveva partorire.
La regina era disperata.
Come poteva mandar via la povera micia?
Ma con quale cuore?
E non solo: con quale cervello?
Come si poteva concepire una simile barbarie!
Così, la regina, decise di riunire tutte le donne che possedevano dei gatti.
Incredibile ma vero: ogni donna di quel piccolo regno, aveva per amico un gatto.
E ogni donna di quel piccolo regno, era indignata per quella terribile legge.
Che sorpresa fu quando tutte le signore, signorine e fanciulle del villaggio, seppero che anche la regina aveva una gatta e per di più, nera e incinta.
Fu deciso allora di nascondere i gatti: non dovevano abbandonare né il regno, né le proprie case.
Però fu cosa più semplice da dire che da fare.
Infatti, alcune famigliole di gatti neri erano già fuggite.
Intanto gli uomini si sentivano fieri di possedere cani da caccia con quel fiuto eccezionale. Cani che riuscivano a stanare gatti neri!
E si sentivano ancor più fieri, d’essere famosi cacciatori: il loro, per tutti, era il Borgo Caccia.
Ma le donne, che sono persone intelligenti e sensibili ( más o menos), avevano messo a punto il loro piano e proteggevano, in ogni modo, i loro amici.
Il borgo dei gatti calanti
Ora vi chiederete se i poveri gatti dovessero vivere sempre nascosti.
Eh, no!
Ogni sera, a notte fonda, dalle finestre spuntavano, come per magia, delle bellissime ceste e dentro, comodamente sdraiati, stavano i mici.
A volte, le ceste venivano fatte calare. I gatti passeggiavano silenziosi e poi tornavano su.
Cielo stellato, luna chiara e gatti sospesi, come se abitassero nella notte.
Intanto passavano i giorni, le settimane….
Nessuno si accorgeva di niente: né cacciatori né cani!
L’arrivo dei topi
Il borgo dei gatti calanti
Avvenne una notte, proprio una di quelle in cui i gatti sonnecchiavano sospesi, che da un lontano villaggio, arrivasse una moltitudine di topi.
Sembrava un esodo di topi.
Alcuni gatti pensarono subito ai topi del pifferaio magico.
Certo! Possibile che quelli fossero i topi cacciati dal villaggio del pifferaio.
Ma non erano annegati?
Allora, probabilmente, arrivavano da un altro luogo.
Fu così, che al rientro, tornati nei loro nascondigli, i gatti raccontarono alle bambine ciò che avevano visto.
Le fanciulle avvisarono le madri e le donne avvisarono subito la regina.
La regina pensò che le sue preghiere erano state ascoltate.
Infatti era molto preoccupata per la sua gatta che a giorni doveva avere i micetti.
La regina disse alle donne del borgo che non dovevano dire assolutamente niente perché le cose si sarebbero aggiustate molto presto.
Il re, per primo, si accorse che alcune carte, in biblioteca, erano state rosicchiate.
E non solo… Nel giro di pochi giorni tutti gli uomini del villaggio cominciarono a lamentarsi.
Chi metteva le trappole davanti alla porta di casa, chi in casa, chi in giardino, chi nascondeva il cibo, chi rimproverava il proprio cane perché non cacciava i topi e chi, come il piccolo cane della prima casa del borgo, era rimasto intrappolato a posto del topo. E poi si sa: i cani fanno i cani, poveretti.
E i gatti?
Già, il re era proprio disperato e si confidò con la regina.
Allora la regina che aveva un cuore grande e sincero, raccontò tutto al marito.
Il re comprese che quell’editto non era stato saggio.
Anzi, sconsiderato e crudele.
I gatti tornarono a circolare liberamente, anche quelli neri e la micia della regina, partorì cinque cuccioli neri e meravigliosi.
Il borgo dei gatti calanti
Ora voi direte che la storia finisce qui.
No, no.
I gatti non volevano rinunciare alla luna così vicina e alle loro comode ceste che sembravano gondole nel cielo.
Come tutte le storie, anche questa fece il suo corso: ogni villaggio, pure quello più lontano, la conosceva.
Tutti parlarono per lungo tempo del Borgo dei gatti calanti.
A me l’ha raccontata una micia nera che purtroppo non ebbe la possibilità di essere salvata e nascosta.
Fu costretta a fuggire e la sua famiglia fu sbranata. da un branco di cani randagi.
Perché quando una legge è contro gli esseri viventi, qualcuno muore davvero.
Nessuno dovrebbe mai emettere leggi contro gli esseri viventi che siano uomini, piante o gatti…
Alla prossima e grazie per aver letto il mio racconto
Abbi cura di te
Emily
Sono capitato per caso e mi piace piacere di conoscerti
Quirino Parisi
Il piacere è mio Quirino e grazie
Un saluto
Emily
Un bel racconto
Ciao
Grazie Dany
Emily
Ciao Emily
Sono Federica, come stai
Bel racconto questo
Grazie per il commento, Federica, sto bene e tu?
Un caro saluto
Emily
Più che un semplice racconto. Ciao un saluto e piacere di leggerti
Lavinia
Ciao Lavinia, ti ringrazio per tutti i tuoi commenti.
Un saluto
Emily
Bel racconto
Kassy, a presto
Grazie per il commento Kassy e a presto
Abbi cura di te
Emily
Ciao Emily
Un bel racconto che ho incontrato su instagram e ho finito di leggere qui…
Mi chiamo Elena piacere e ciao sicuramente continuo a leggere i tuoi racconti mi piacciono
Ciao Elena, grazie per il commento. Un onore averti tra i lettori
Abbi cura di te
Emily
Un racconto molto bello. Mi è davvero piaciuto
Ciao sono Veronica
Purtroppo in questi giorni sono stata molto occupata e non ho avuto tempo per leggere i tuoi racconti
Appena ho una pausa però li leggo. Credo che inizierò a leggerli tutti prima di addormentarmi
Sei davvero una buona penna
Scusa, sono stata lunga
Ciao ciao
Veronica grazie di cuore per il commento, l’ho molto gradito e non sei stata lunga, anzi
Un caro saluto e abbi cura di te
Emily
Ciao Emily, bel racconto
Bracco
😊
Ciao Bracco
Pensa che io ho cinque gatti neri
Ciao Luna, bellissimo
Grazie e abbi cura di te e dei tuoi gatti
Emily
Una bella penna!
Franco ti ringrazio
Un saluto, Emily
Molto ma molto bello
Ciao Anna grazie e abbi cura di te
Emily
Bel racconto
saluti da Ada
Grazie Ada un saluto e abbi cura di te
Emily
bel racconto
Grazie Italia un saluto
Emily
Racconti in modo straordinario sei bravissima
Anita Molino
Ciao Anita, grazie e un saluto
Emily
Un sito molto interessante e questo racconto è bello davvero
Antonella Lizza
Grazie Antonella
Un saluto, Emily
Racconto bellissimo un piacere leggerti
Grazie Palma un saluto e abbi cura di te
Emily
Grazie Emily!
Duilio, grazie a te
Emily
Bel racconto davvero e piacere di conoscere il tuo sito e i tuoi racconti
Davide Lo Presti
Il piacere è mio Davide
Un saluto, Emily
bello questo racconto
Grazie Anselmo
Un saluto
Emily
letto con piacere grazie
Grazie Barbara
Un saluto
Emily
molto significativo un bel racconto
Grazie Pierina
Un saluto e abbi cura di te
Emily
mi è piaciuto tanto
Sono contenta, Colomba e grazie
Un saluto
Emily
ti seguo… bellissimo
Grazie, Giorgio
Un saluto
Emily
Molto educativo
Grazie Lina, un saluto e abbi cura di te
Emily
Che bei racconti
saluti
Alessandro Lecce
Grazie Alessandro,un saluto
Emily
Benvenuto Alessandro e grazie
Un saluto
Emily
Bene Palma e tu?
Grazie e abbi cura di te
Emily
Ciao Palma grazie
Abbi cura di te
Emily
Bene, Palma e tu?
Grazie
Un saluto
Emily
Davvero un bel racconto
Ciao Federica grazie
Emily
Emily è davvero un bel blog e ho letto qualche poesia
Benvenuta Veronica e grazie
Abbi cura di te
Emily
Hai ragione hai toccato un tema interessante
Grazie per il commento Leda
Un saluto
Emily
Grazie per il link l’ho letto con piacere. Davvero un bel racconto
Grazie a te Pino per aver accettato l’invito
Un saluto
Emily