Questa è la storia di Giulietto e della sua famiglia.
Giordano e Luciana vivevano nel villaggio da sempre.
In pratica lì erano nati, lì erano cresciuti e, sempre lì, si erano sposati.
Il villaggio si chiamava Lì.
Sembra strano eppure è così.
E gli abitanti era chiamati quelli lì.
Ebbene, Giordano e Luciana, dopo la nascita delle due figliolette, Mariolina e Lena, tanto desideravano un maschietto.
E il maschietto arrivò. Ma, quando nacque, subito dopo la grande gioia, arrivò il dispiacere. Infatti Giulietto era senza orecchie.
Al posto delle orecchie aveva solo due fori, proprio come i pappagalli.
Capirai, senza capelli, la cosa era alquanto notabile.
Così la madre, disperata, mise al piccolo una cuffia per nascondere ciò che non voleva vedere.
Un giorno, mentre Giordano stava nei campi a lavorare, incontrò tra l’erba alta una pietra assai strana. Mai aveva visto un sasso di quel genere. Aveva così tanti colori che sembrava non averne nessuno.
Difficile da descrivere simile cosa, eppure era proprio così.
Si abbassò per cogliere la pietra. Ma come provò a metterci la mano callosa, il sasso parlò.
Giordano pensava di avere avuto un’ insolazione.
Prima aveva visto una pietra strana, poi addirittura una pietra parlare.
Che gli stava succedendo?
A dirla tutta, dopo la nascita di Giulietto non si sentiva più tanto allegro come un tempo.
Man mano, tutta la gioia era scomparsa. A casa, quasi mai parlava. Nemmeno rivolgeva la parola a sua moglie. E con le figliolette era diventato distante.
Senza parlare poi di Giulietto, che nemmeno lo guardava.
Anzi, ogni volta che il bambino piangeva provava un enorme fastidio.
In pratica, quasi sempre, perché il piccolo era piuttosto lamentoso e Giordano non lo sopportava.
Così finì per stare fuori l’intera giornata.
Si ritirava a notte fatta, in tutto silenzio e in tutto silenzio restava.
Nella casa si sentiva solo il fuoco scoppiettare, le bambine che parlavano sottovoce e il neonato piangere.
Luciana ce la metteva tutta per evitare che il bambino strillasse, ma era alquanto complicato.
Lo avevano portato da alcuni medici, giusto quelli che si potevano permettere. Giusto tre. E tutti e tre avevano detto cose differenti. Nemmeno i medici erano d’accordo. Chi diceva che il bambino era sordo. Un altro che non lo era. E un altro ancora che bisognava aspettare per fare una diagnosi più approfondita.
Insomma, così stavano le cose e così si andava avanti, in un certo scoramento.
Ma torniamo al campo e alla pietra.
Dunque, Giordano si avvicinò di nuovo per capire se davvero la pietra avesse parlato.
Provò a toccarla una seconda volta e la pietra parlò di nuovo.
Se vuoi toccarmi, fallo con delicatezza perché qui dentro c’è Giacomina.
Giacomina? Chi è Giacomina?
Sono una fatina incastrata in questa pietra da troppi anni.
È una storia assai lunga, ma se mi tocchi piano e mi liberi da questo incantesimo, ti racconterò tutta la storia. Non solo. Ti prometto di esaudire un tuo desiderio.
Così Giordano fece più piano che potesse e, magia delle magie, dalla pietra uscì una fatina vestita di tanti colori e nessun colore. Esattamente come la pietra.
Se non sai dove andare, disse Giordano, puoi venire a stare da noi. Abbiamo abbastanza spazio e poi sei così piccola che…
Non ti preoccupare, lo interruppe Giacomina. Non lontano da qui c’è una grande quercia. Quella, prima dell’incantesimo, era la mia casa.
Però, prima di andarmene, vorrei donarti qualcosa.
Dimmi pure che desideri e sarà fatto.
Allora Giordano le raccontò del figlio.
Giacomina, lo rassicurò e gli promise che il bambino avrebbe avuto un udito ineguagliabile, come nessuno sulla faccia della terra e che mai sarebbe diventato sordo, né per malattia né per vecchiaia avanzata.
Giordano era super contento. Come non lo era da tempo ormai.
Salutò la fatina, la quale scomparve in un batter d’occhio.
L’uomo tornò a casa e non vedeva l’ora di raccontare tutto alla moglie.
Luciana, dopo aver ascoltato il marito, rimase un momento in silenzio poi scoppiò in una grande risata.
Scemo di marito che non sei altro. Possibile che non ti sia venuto in mente di chiedere a quella specie di fata pietra, che so io, un altro miracolo?
E cosa, donna, dimmi.
Per esempio, di far crescere le orecchie a tuo figlio.
Non hai visto che non le ha.
Pensa quando andrà a scuola. Tutti lo prenderanno in giro.
Dovrà tenere un berretto in testa per tutta la vita. E chissà, un giorno dovrà accontentarsi di una moglie brutta o più disgraziata di lui.
Mariolina che aveva sentito i genitori discutere, intervenne.
Mamma, mio fratello non è un disgraziato. È un bambino bellissimo.
Come fai a dire che è bellissimo? Piange dalla mattina alla sera, non ce la faccio più a sentirlo. Finirà che sarò io a diventare sorda. Proruppe la madre che finì in un pianto disperato.
Giordano si sentì triste. La cosa che più lo preoccupava infatti era che suo figlio potesse essere sordo. Non aveva pensato ad altro, quando la fatina gli aveva promesso che avrebbe esaudito un suo desiderio.
Anche l’altra sorellina però intervenne. E disse. Secondo me piange sempre perché nessuno di noi gli vuole bene.
Per un istante calò il gelo in tutta la casa.
Poi Mariolina aggiunse: Giulietto è un bambino eccezionale però il fatto che non abbia le orecchie, ci fa pensare che sia diverso e brutto. Ma non è brutto mamma. Guardalo bene.
Purtroppo Luciana non voleva sentire niente e nessuno.
Per lei, portare in chiesa o al mercato quel figlioletto senza orecchie era una vergogna immensa. Sai le beffe delle altre donne! Soprattutto di quelle che non facevano altro che esaltare le bellezze dei proprio figli.
Perciò, finito di singhiozzare, comandò a Giordano di andare da Giacomina o come si chiamava e di ordinarle di far crescere le orecchie al bambino.
Giordano era alquanto costernato e, a dirla tutta, non se la sentiva proprio di andare in cerca della fatina, della quercia e di chissà che altro.
Le cose erano andate così e così rimanevano. Infatti, si rifiutò.
Luciana si sentiva infelice, perché oltre a un figlio senza orecchie, pensava di avere un marito senza cervello.
Ma le cose rimasero tali e Giordano il giorno dopo e quello dopo ancora e dopo ancora, mai cercò di cambiare i fatti. Apprese invece a cambiare il proprio cuore e il modo di vedere le cose. Le sue bambine gli avevano dato una grande lezione e avevano detto la verità.
In effetti avevano ragione le figliolette. Giulietto era un bambino straordinario. Più cresceva e più si faceva di bell’aspetto.
La madre si preoccupava solo di coprirgli il capo e nascondere ciò che non c’era.
Tutti lo chiamavano Giulietto Berretto. Era l’unico a non essere chiamato quello lì.
Brava ti auguro una bella giornata
Complimenti x il sito
Un bel racconto
Il potere dell’amore
Ciao Adele, come stai?
Grazie per i tuoi commenti
Emily
Complimenti bei racconti
Grazie Marta
Abbi cura di te
Emily
Complimenti
Grazie Tina
Abbi cura di te
Emily
Brava
Bel sito
Grazie Alessio e abbi cura di te
Emily
complimenti per il sito e per i racconti ne ho letti diversi e continuerò a leggere
Grazie Colomba
Abbi cura di te
Emily
Bravissima
Un racconto vestito di realtà. Molto bello
Bello il racconto e il sito buon pomeriggio
Bravissima
Un saluto
Federica
Ciao Federica, grazie e un saluto a te
Emily
Bravissima
Grazie Diego
Abbi cura di te
Emily
Molto bello tanti saluti
Stella
Grazie Stella un saluto e abbi cura di te
Emily
Complimenti un bel sito
Bello il racconto e ha un grande messaggio
Davvero un bel sito e anche le poesie
Grazie Tiziana e abbi cura di te
Emily
Bravissima e buona giornata
Grazie Serenella
Abbi cura di te
Emily
Un bel racconto pieno di significato
Viktor un piacere averti tra i lettori e grazie
Abbi cura di te
Emily
Molto bello mi sono anche commossa
Bravissima
Grazie Benedetta
Abbi cura di te
Emily
Bellissimo Racconto (meglio dei Fratelli Grimm)!
Si denota come la Scrittrice sia una Amante della Vita e della Pace!
È vero: a volte basta poco…
Basta cambiare punto di vista e non fossalizzarsi per dare un nuovo ritmo di gioia alla convivenza.
Grazie Cinzia.
Un gradito commento, Francesco, grazie di cuore e abbi cura di te
Emily (Cinzia)
Complimenti un bel racconto
Grazie di cuore
Abbi cura di te
Emily
Grazie Carmela
Abbi cura di te
Emily
complimenti per il sito e per i racconti ne ho letti diversi e continuerò a leggere
tantissimi saluti e grazie
Colomba Carisi
Grazie per il commento e abbi cura di te
Emily
Mi fa piacere e grazie di cuore
Abbi cura di te
Emily
Complimenti per il blog
Un bel racconto che tocca problematiche importanti. Bello il sito