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Natale a Tenerife. Racconto di Juan e i suoi amici

Natale a Tenerife- Racconto

I primi di dicembre

Si era giunti ormai ai primi di dicembre e Juan ancora un volta, tornato da scuola, si trovava a casa da solo. Suo padre era sicuramente in giro a cercare un lavoro e la mamma era al centro a pulire le scale delle case di Santa Cruz.
Chissà, forse a Plaza Chicharro, a Calle de La Rosa o  al Castillo. Quanto  gli mancava la sua mamma in quel momento.
Mentre così pensava, Juan notò che sul davanzale della finestra c’era un piccolo angioletto di terracotta. Juan si incuriosì, si avvicinò e trovò un biglietto. Era del suo papà. C’era scritto: “Juan, per favore, quest’anno al presepe pensaci tu. Fai tutto quello che credi opportuno. Ci fidiamo di te.
Ti vogliamo bene, figlio”. Firmato: papà e mamma. La bella calligrafia e la cura con cui era stato scritto quel biglietto, era certo del suo caro papà. L’idea dell’angioletto doveva essere stata della sua dolce mamma.
Il papà di Juan era una persona molto colta, uno scrittore senza troppo successo. Tutte le sere, prima di andare a letto, Juan riceveva in dono una storia raccontata da suo padre, il quale la inventava per quel suo figlio tanto amato.

L’angioletto

Natale a Tenerife

Juan sorrise, mise il foglietto in tasca. Toccò l’angioletto e si ricordò che nel forno c’era il pranzo che la mamma gli aveva preparato, proprio come faceva ogni mattina prima di andare a lavorare. Mangiò con una certa allegria mentre i pensieri già davano forma al presepe. E il suo, sembrava più un presepe da Guerre Stellari che il classico presepe della Chiesa del Pilar, non lontano da dove la mamma si trovava in quel momento.

Natale a Tenerife

Juan aprì la scatola che stava vicino al divano e trovò tutte le statuine del presepe, riposte con molta cura e avvolte, ognuna,  in un pezzetto di giornale. C’erano alcune case un po’ diroccate, un ponticello, un pezzo di specchio per il laghetto, il castello, i soldati romani, i pastori, le pecorelle, una luminosa, la vecchina con il fuso che gli ricordava la nonnina del racconto del suo papà che filava zucchero e creava cose profumate e dolci.  Si immerse in quello scatolone con molte aspettative e contentezza. Come gli sarebbe piaciuto se quelle statuine si fossero animate. Cercando e rovistando, trovò pure i cammelli con i re magi, solo che in mano non avevano niente perché qualche anno prima, Juan aveva tolto loro i regali, pensando che fossero per lui. Juan aveva una fantasia vivida e, alcune volte, immaginava che le cose si animassero o che gli animali parlassero o che le nuvole si abbassassero fino a prendere la forma di un disco volante, fra le sue mani, o di un aeroplano con un aviatore molto somigliante a quello del Piccolo Principe.


I re magi

Natale a Tenerife

Prese in mano i re magi: dei re senza doni, ormai. Non si sentì in colpa.
Non perché non gli dispiacesse. Ma suo padre gli aveva insegnato che era più importante sentirsi responsabili delle proprie azioni, imparare dai propri sbagli e cercare di fare il meglio. A questo pensò mentre teneva in mano Baldassarre, Melchiorre e Gasparre. Si guardò intorno. Dove poteva costruire il presepe? L’unico posto adatto gli sembrava quello dove si trovava, ben piazzata, la TV. Ci pensò un poco e poi decise che l’avrebbe fatto proprio lì. Certo, da solo, non poteva togliere la televisione. Quella televisione così grande e che tante volte suo padre era stato sul punto di vendere ma mai l’aveva fatto perché sapeva che Juan non voleva. Pensò anche a questo, il ragazzino. Decise di chiedere una mano alla signora Carmen che viveva al piano di sotto. Non sopportava la signora Carmen, non più di tanto, perché quando iniziava a parlare non la smetteva più. Però era l’unica persona che poteva aiutarlo in quel momento. Scese e bussò alla porta. Carmen fu felicissima e sorpresa allo stesso tempo.


Juan e Carmen

Natale a Tenerife

Juan, che bello vederti! Hai bisogno di qualcosa?

Juan spiegò la situazione e Carmen fu felice di aiutarlo. Salirono a casa del ragazzo e spostarono la televisione. Ma dove metterla? Carmen non aveva la TV così Juan pensò che per un certo periodo poteva stare a casa sua. La donna non se la sentiva di accettare, almeno bisognava parlarne con i genitori del ragazzo. Ma Juan spiegò che aveva il permesso di prendere ogni decisione opportuna e saggia. Convinse la signora Carmen e così la televisione traslocò. In cambio, la signora gli donò una bella scatola di legno che aveva costruito il marito per riporre tutte le statuine del presepio. Certo lei non lo avrebbe costruito. Dopo la morte del marito, si sentiva piuttosto sola. Tutti i parenti abitavano lontano. Aveva un unico parente, nipote del marito, che viveva a Candelaria il quale ogni tanto la invitava a mangiare la pizza  a Sabor de Italia. Carmen ci andava sempre volentieri a Candelaria perché era devota della Vergine e perché aveva anche diverse amiche e voleva un gran bene a quei due ragazzi italiani della pizzeria: Raffaele e Michelangelo. Erano dei maestri della pizza tanto che gli stessi italiani dicevano di non aver mangiato una pizza tanto buona nemmeno in Italia.


Le luminose

Carmen diede a Juan la scatola con le figure del presepe e Juan pensò che anche Carmen doveva avere qualche cosa di natalizio in casa.  Decisero così che un bel presepe sarebbe stato costruito in casa di Juan e un bell’albero in casa di Carmen. C’era un problema: le luminose. A Juan era stato insegnato che ogni problema ha anche una o più soluzioni. Fu deciso che la luminosa sarebbe andata all’albero di Carmen. La signora rifiutò, per lei era più importante far contento il ragazzo. E poi l’albero… A che serviva un albero di Natale a casa sua? Così parlavano e così progettavano e non sapevano cosa avevano messo in moto, quei due. A Juan, strano dirsi, Carmen cominciava pure a stargli simpatica soprattutto quando si fermava e si metteva a cantare e a lui questa cosa lo faceva ridere. Avevano raggiunto diversi accordi e dovevano solo cominciare a costruire il presepe. Decisero che come base avrebbero usato le pietre nere delle spiagge di Tenerife e come deserto la sabbia della Teresitas.


La sabbia della Teresitas e le pietre di Candelaria

Raccogliere la sabbia della Teresitas era piuttosto semplice: uscirono con due bottiglie vuote e le riempirono di arena gialla. Dove andare a raccogliere le pietre nere? A Carmen venne l’idea di andare a Candelaria. Così lo disse a Juan invitandolo a mangiare una pizza, con il permesso dei genitori. La pizzeria stava poi proprio davanti a La Hornilla, dove avrebbero potuto raccogliere qualche pietra nera. Juan scrisse un biglietto ai suoi. Trascorse un pomeriggio fantastico. Conobbe Michelangelo e si divertì tantissimo a vedere quel ragazzo italiano che faceva le acrobazie con la pizza. Quando tornò a casa, trovò i suoi genitori che stavano cenando. Juan raccontò tutto quello che aveva vissuto quel giorno. I suoi lo ascoltavano e lo guardavano con quel loro modo tenero e amorevole.


E l’albero?

Natale a Tenerife

Il pomeriggio seguente, Carmen lo attendeva davanti ad una tazza di cioccolato e ciambelle profumate. Incredibile, Juan non poteva crederci: quella era la sua merenda preferita! Mentre gustavano quelle delizie a Carmen venne in mente che non avevano le palline per l’albero e nemmeno un albero.  E concluse: lasciamo stare, Juan, dai. Invece a Juan venne una idea: avrebbero costruito loro l’albero e, a posto delle palline, avrebbero messo dei cartoncini colorati con tanti pensieri e desideri.  A Carmen parve una idea bellissima. Però, prima il presepe e poi l’albero. Mentre preparavano il presepe,  Juan si ricordò di  una frase che aveva letto nella stanza della sua insegnante di letteratura e che lo aveva colpito: “È Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone  accese”.

Una nuova amica

Natale a Tenerife

Già, le persone accese, ripeteva a Carmen.  Decisero che avrebbero fatto un presepe pieno di colore, pieno di festa. A Carmen venne in mente che al quarto piano viveva un’artista che si era trasferita da poco tempo. L’aveva conosciuta a Candelaria. Era una pittrice italiana che ogni giorno se ne andava a La Hornilla a dipingere, davanti al mare e faceva dei quadri coloratissimi, tanto che sembrava di entrare in qualche racconto fantastico. Salirono al quarto piano.  Suonarono alla porta e venne loro ad aprire il marito della pittrice che fu molto gentile e li accolse con gioia. Cinzia, è così che si chiamava la pittrice, stava preparando la mostra di Natale. Francesco la chiamò. Carmen e Juan si presentarono e parlarono della loro idea. Cinzia accettò volentieri.

Il presepe

Natale a Tenerife

Provò solo un po’ di fastidio iniziale per lasciare in sospeso quello che stava facendo ma non se la sentì di rifiutare un aiuto. Disse al ragazzino che quella frase che lo aveva colpito era di Charles Bukowski, uno scrittore famoso. Scesero a casa di Juan e cominciarono a dare forma e colore al presepe e anche Francesco li aiutò.
Quando stavano per mettere le statuine, Juan decise di utilizzare i re magi senza doni. Si prendeva la sua responsabilità. Avrebbe messo dei doni nelle loro mani la notte del 5 gennaio. A tutti parve un’ottima idea. Terminarono la giornata con una cena a casa di Francesco e Cinzia. Il presepe era stato costruito e ora bisognava pensare all’albero. Di chi fu l’idea ora non saprei dirlo ma questa fu: chiedere alle persone di scrivere un loro pensiero, un loro desiderio, insomma qualcosa. A tutte le persone del palazzo.


I cartoncini colorati

Natale a Tenerife

Il giorno dopo, Cinzia aveva già preparato cento cartoncini colorati. Suonarono alle porte di tutto il palazzo e l’idea venne accolta tanto bene che la signora Mavi consigliò di mettere quell’albero così originale all’entrata, giù nell’atrio. Allora si decise di realizzare un albero più piccolo per Carmen e uno più grande per tutto lo stabile. Ognuno scrisse un pensiero, una preghiera, un desiderio. Furono coinvolti anche amici, conoscenti e parenti fino ad arrivare a cento cartoncini. Juan pose sull’albero condominiale l’angioletto di terracotta. Fu un passa parola e ,quell’anno, altri alberi di questo tipo furono costruiti a Tenerife. Alberi semplici, senza troppe pretese ma generosi, solidali, fatti da persone che avevano trovato dentro se stesse la vera luce che si accende: quella dell’amicizia, della condivisione e dell’amore.

Natale a Tenerife

Volete sapere cosa pose Juan nelle mani dei re magi?
Tre  piccole pergamene e su ognuna c’era scritta una parola: Grazie.

Abbi cura di te
Emily , 4 dicembre 2015

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